«Il protagonista era lui, il virus, e il film ha assunto quasi un ruolo di secondo piano»

Attualità 21.08.2020

Oggi le riprese della coproduzione SRF «Wilder 3» sono giunte al termine. Il materiale del film è nelle casse, il montaggio è quasi ultimato. In un'intervista, Roland Stebler, responsabile della produzione e general manager di C-Films, parla delle misure di protezione adottate sul set, della comunicazione attraverso le mascherine e delle aspettative per la terza stagione.

Di solito Roland Stebler si reca sul set una volta alla settimana, parla con la regia e la produzione sul posto e controlla l'avanzamento delle riprese. Con «Wilder 3», però, è stata tutta un'altra musica. Roland Stebler ha seguito tutta la seconda fase di riprese dal suo ufficio di Seefeld, a Zurigo. A causa del coronavirus, i contatti con il suo team sono avvenuti soltanto telefonicamente. Infatti, meno persone si trovavano sul set, minore era il rischio di contagio o addirittura di un'interruzione delle riprese.

Roland Stebler, oggi Lei e il Suo team avete concluso le riprese di «Wilder 3». Come siete riusciti a realizzare un thriller nel periodo del coronavirus?

Innanzitutto serve moltissima pazienza. La seconda parte delle riprese sarebbe dovuta iniziare proprio a marzo, durante il periodo di lockdown. Siamo stati costretti a rimandarla all'estate. Ora possiamo dire che la fase di registrazione è andata sorprendentemente bene. Non abbiamo avuto nessun imprevisto importante in seguito al coronavirus. Soltanto in un'occasione due persone sono state costrette a rimanere lontane dal set perché avevano febbre e tosse.

Quali dispositivi di protezione sono stati utilizzati sul set?

Le misure di protezione adottate sono state varie. All'inizio delle riprese abbiamo effettuato il test per il coronavirus su tutti gli interpreti presenti sul set; inoltre, ogni mattina abbiamo controllato la temperatura di tutto il team. Chiunque manifestasse sintomi legati al coronavirus o febbre, era obbligato a rimanere a casa. Su tutto il set vigeva l'obbligo di indossare la mascherina: ne erano esentati soltanto gli attori e le attrici che si trovavano di fronte alla cinepresa. Il materiale di scena che veniva preso in mano da più persone era regolarmente sottoposto a disinfezione.

Gli attori e le attrici non potevano sempre mantenere la distanza di sicurezza fra loro. Com'è stato possibile riprendere scene di baci in queste condizioni?

In effetti, si è rivelato più difficile del previsto. La tecnologia non permette di simulare un bacio appassionato. Tali scene, però, non potevano essere tagliate. Insieme agli attori abbiamo dovuto correre il rischio.

Cosa sarebbe successo se all'improvviso Sarah Spale, alias Rosa Wilder, si fosse ammalata?

Sarebbe stato come fare un'esercitazione antincendio. Un imprevisto di questo tipo avrebbe messo a repentaglio l'avvio della serie, poiché avremmo perso almeno cinque giorni. Non sembrano tanti, ma molti attori e attrici hanno già preso impegni per progetti successivi e non possono rimanere più a lungo…

Riprese di questo calibro necessitano quindi di un grande lavoro di pianificazione.

La mole di lavoro è incredibile. Il coronavirus ha completamente sconvolto i nostri piani. Il protagonista era lui, il virus, e il film ha assunto quasi un ruolo di secondo piano. Abbiamo elaborato una strategia per la protezione dal coronavirus di 15 pagine, corredata da un dettagliato piano per le assenze. Qualora, ad esempio, il nostro regista si fosse ammalato, qualcuno sul set avrebbe ricoperto il suo ruolo senza interruzioni, fino a che il co-regista non fosse arrivato sul posto.

Come è riuscito a garantire che sul set venissero rispettate le misure di protezione?

La responsabile per il rispetto delle misure era la nostra incaricata per il coronavirus, Maja Sanchez, che si è occupata di tutta la parte logistica. Ha assicurato che tutti rispettassero il distanziamento sociale e indossassero le mascherine; è stata lei a coordinare lo svolgimento dei test. È stato un impegno importante dal punto di vista amministrativo.

Come ha reagito il cast alle insolite condizioni di lavoro sul set?

L'atmosfera era particolare e dominata dalla razionalità. Sono mancati molti momenti di spensieratezza. Le mascherine hanno reso più difficile la comunicazione non verbale. Normalmente i gesti e la mimica hanno un ruolo importante. Spesso basta uno sguardo del regista o del cameraman per capire che è necessario girare di nuovo una scena. Non serve parlare. Ma devo dire che il team ha affrontato la situazione in modo molto professionale.

Sia sincero, i provvedimenti per la sicurezza hanno inciso sulla qualità?

No. Sono convinto che gli spettatori non noteranno alcuna differenza. Abbiamo scelto di investire molto tempo e soprattutto molto denaro: ci servivano più spazi, più personale, più materiale. Ma l'investimento ha dato i suoi frutti.

Cosa riserverà ai telespettatori la terza stagione?

Ci aspetta un thriller mozzafiato. Al contrario della seconda stagione, questa volta i sospetti su chi sia l'assassino nascono molto presto. Inoltre siamo emotivamente molto vicini ai personaggi. Abbiamo immagini forti e un'alta qualità di produzione. Mi azzarderei a dire che «Wilder 3» riesce addirittura a superare, anche se di poco, «Wilder 2».

Ci sveli un segreto: è già prevista una quarta stagione o le indagini di Rosa Wilder sono giunte al capolinea?

Stiamo effettivamente già pianificando la quarta stagione. Quindi posso anticipare che anche il prossimo capitolo della saga sarà girato nel Canton Glarona e sull'Urnerboden. Un ritorno alle origini!

Facts & Figures su «Wilder 3»

  • Durata delle riprese: dal 13 gennaio al 1° marzo, dal 15 luglio al 21 agosto
  • Luoghi delle riprese: La Chaux-de-Fonds, Le Locle, La Brévine e dintorni
  • Produzione: C-Films, Panimage e SRF
  • Regia: Jan-Eric Mack
  • Serie: thriller/giallo, 6 episodi da 58 minuti
  • Diffusione: gennaio 2021

«Wilder 3» sarà visibile anche su Play Suisse, la nuova piattaforma streaming della SSR che sarà lanciata a novembre di quest’anno. Play Suisse offrirà contenuti plurilingue di tutte le regioni linguistiche.