Più serie dalla Svizzera e per la Svizzera

Attualità 11.12.2019

La SSR intende raddoppiare a lungo termine il numero di serie svizzere e investire pertanto in questo settore 15 milioni di franchi supplementari all'anno. Con la prevista diffusione delle produzioni in tutte le regioni e in tre lingue nazionali, la SSR rafforzerà il carattere unico della sua offerta e potrà distinguersi dalle piattaforme streaming internazionali, come spiega Sven Wälti, responsabile Film SSR, nella seguente intervista.

Oggi, in tutto il mondo, le serie sono più richieste che mai. Il genere impera anche nel nostro Paese: produzioni come «Il Becchino», «Quartier des banques» o «Wilder» riscuotono un grande successo di pubblico. Pertanto, l'azienda punta a produrre più serie investendo progressivamente nel settore 15 milioni di franchi supplementari all'anno.

Le unità aziendali della SSR metteranno a disposizione le loro serie, sottotitolate o doppiate, in tutte le regioni e nelle tre principali lingue nazionali (tedesco, francese e italiano). Inoltre, le produzioni saranno trasmesse su tutti i vettori, ossia non solo nella programmazione lineare, ma anche sul web e sulla nuova piattaforma della SSR. E ciò se possibile in contemporanea. L'obiettivo della SSR è di produrre 7-8 serie all'anno a livello nazionale. Il debutto avverrà a inizio gennaio 2020 con la nuova stagione della serie poliziesca «Wilder» della SRF.

Serie in programma nel 2020:

  • «Wilder 2» (SRF)
  • «Quartier des banques 2» (RTS)
  • «Bulle» (RTS)
  • «Frieden» (SRF)
  • «Metta da fein» (RTR)
  • «Cellule de crise» (RTS)
  • «Advent, Advent» (SRF)

Sven Wälti, responsabile Film SSR, illustra a grandi linee il progetto «Fiction 2020+».

La SSR intende produrre più serie svizzere, per quale motivo?

Ci sono diverse ragioni. La forma narrativa è diversa da quella di un film di 90 minuti. Rimane più tempo per sviluppare le storie e i personaggi ed è possibile mantenere la suspense per diversi episodi. Finora siamo riusciti a produrre solo 3-4 serie all'anno. L'obiettivo è di raddoppiarne il numero a lungo termine. Così potremo raggiungere il pubblico meglio e più spesso con storie del nostro Paese. In Svizzera non lo fa nessun altro . Nello stesso tempo, producendo più serie, potenzieremo il settore cinematografico svizzero a vantaggio di tutti: attori, tecnici e studi di post-produzione. Scrivendo di più, anche le sceneggiature diventeranno migliori. 

Nel 2020, con «Wilder 2», «Quartier des banques 2», «Helvetica» e «Cellule de Crise» ci saranno ben quattro thriller in programma. La SSR punta volutamente su questo genere?

Sarebbe troppo semplicistico ridurre queste serie a un solo genere. A livello tematico, le serie si distinguono chiaramente le une dalle altre: «Wilder 2» ha marcati elementi polizieschi, «Quartier des banques 2» è ambientato nel mondo della finanza ed è al contempo un dramma familiare. Thriller e dramma sono generi amati, che noi naturalmente sfruttiamo volentieri.

La SRF e la RTS producono serie come «Wilder 2» o «Helvetica» contando solo sulle proprie forze?

Tutte le nostre serie sono realizzate da produttori indipendenti. Anche i copioni sono scritti da autrici e autori esterni. Noi siamo coproduttori, ossia apportiamo una buona parte dei finanziamenti e seguiamo i progetti sul piano redazionale durante l'intera fase di sviluppo.

Nel 2019, solo Netflix ha lanciato circa 30 serie di produzione propria. Il mercato svizzero non è già saturo di serie?

Se si guarda il mercato internazionale – dopotutto non c'è solo Netflix – potrebbe essere vero. Ma su nessuna di queste piattaforme si trovano serie svizzere. Siamo ancora lungi dal raggiungere il culmine. Con le nostre serie possiamo distinguerci dalle piattaforme streaming internazionali e offrire al pubblico un valore aggiunto.

A quale categoria di pubblico intende rivolgersi la SSR con le sue serie?

Possibilmente a tutti, dai giovani ai meno giovani! Le serie costano molto, per questo si punta sul prime time. L'obiettivo è raggiungere un grande pubblico. Ma l'idea è che ci siano anche serie per un pubblico più giovane, come «Seitentriebe» della SRF o la prevista serie web «Metta da fein» della RTR, che sarà lanciata sulla nuova piattaforma SSR nell'autunno 2020. Producendo più serie potremo anche osare di più.

In tema serie, qual è la Sua preferita fra quelle in programma nel 2020 e perché?

Sono contento per tutte le nuove serie svizzere che saranno diffuse nel 2020. È un ottimo risultato. Di recente abbiamo assistito a due prime visioni al Geneva International Film Festival (GIFF), ossia alla seconda stagione di «Wilder» della SRF e a «Quartier des banques» della RTS. Entrambe le serie hanno avuto molto successo tra il pubblico, e noi abbiamo senza dubbio superato il "Röstigraben". Aspetto con molta impazienza anche la serie storica «Frieden» scritta da Petra Volpe («L'ordine divino»), prima serie coprodotta con la rete franco-tedesca Arte. Un bel riconoscimento, che allo stesso tempo conferisce alla serie risonanza internazionale. E non vedo l'ora che esca la quinta stagione della serie statunitense «Better call Saul», la mia serie preferita in assoluto al di fuori della Svizzera…