«Il Gässli Film Festival è così incredibilmente personale»

Attualità 24.08.2020

Dal 24 al 30 agosto si terrà a Basilea la 12a edizione del Gässli Film Festival. Anche quest’anno la SSR premia la miglior regia con un riconoscimento in denaro del valore di 2000 franchi. Chanelle Eidenbenz, giovane regista e vincitrice del premio per la regia SSR della scorsa edizione, parla in un’intervista del significato di questo riconoscimento, dei suoi attuali progetti e dell’unicità del «Gässli».

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Foto: Gässli Film Festival

Chanelle Eidenbenz, l’anno scorso ha vinto il premio come miglior regista per il Suo film «Elephant in the Room». Si tratta più di un prestigioso riconoscimento o di un passe-partout che apre le porte a nuovi progetti?

È sempre importante che i progetti siano sotto la luce dei riflettori, soprattutto quando si è una giovane regista. Il film mi ha decisamente aperto delle porte, e riconoscimenti come il premio per la regia della SSR hanno un peso importante in questo processo. Così le persone si interessano al film e chiedono di poterlo vedere. Al festival, anche il contatto con potenziali committenti o partner è più immediato.

Come ha impiegato il riconoscimento finanziario del premio?

L’aiuto finanziario mi ha dato più opportunità per scrivere, un lavoro che normalmente è mal pagato e quindi spesso poco considerato. Purtroppo. Grazie a questo supporto finanziario, per un paio di settimane ho potuto dare priorità alla scrittura con maggiore serenità.

Un comportamento esemplare… cosa sta scrivendo attualmente?

Oltre a un soggetto per una serie, nell’ambito della Drehbuchwerkstatt München sto sviluppando la sceneggiatura del mio primo lungometraggio. Da inizio anno lavoro inoltre a un film di breve-media durata, per il quale riprese e stesura della storia avanzano parallelamente. Sono tutti progetti di lungo respiro.

Nel 2019 ha diretto la regia della terza stagione della serie web SRF «Nr. 47». Come ha vissuto quest’esperienza?

Molto positivamente. Facevo parte di una squadra affiatata, costituita per la maggior parte da persone che avevano già lavorato insieme e si conoscevano bene. Un elemento molto importante, dal momento che i tempi erano stretti e disponevamo di mezzi finanziari limitati. Tuttavia, le limitazioni aprono sempre la strada alla libertà creativa, che siamo riusciti a trovare. Credo che il periodo dedicato a «Nr.47» sia rimasto nei cuori di tutti. Per me è stata anche un’esperienza molto importante poter realizzare per la prima volta un progetto di tale portata.

Sarà presente anche quest’anno al Gässli Film Festival?

Sì, quest’anno farò addirittura parte della giuria, un ruolo di cui sono molto felice. Al Gässli Film Festival si respira una particolare atmosfera familiare. Secondo me, è incredibilmente personale. In qualità di regista, ho raramente incontrato anfitrioni altrettanto affabili. Si percepisce che ciascuno dei presenti partecipa con passione e ci mette il cuore.