Eurovision Song Contest

L’Eurovision Song Contest (ESC) è in realtà un’invenzione svizzera. Com’è nata, quale spirito permea la manifestazione e perché di colpo la Svizzera ha cominciato a piazzarsi in alto nella classifica? Qui trovate tutte le risposte.

Nemo, l'artista che rappresenta la Svizzera all'ESC 2024 ©Keystone / Ennio Lanza

La storia dell’ESC

L’idea del «Gran Premio Eurovisione della Canzone», come si è chiamata la manifestazione in origine e fino al 2001, è venuta nel 1955 a Marcel Bezençon, l’allora Direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) e presidente della commissione programmi dell’Unione europea di radiodiffusione, meglio nota come European Broadcasting Union (EBU). In occasione di una conferenza della Commissione programmi alla fine di gennaio del 1955 a Monaco, Bezençon aveva presentato l’idea di un concorso canoro europeo ispirato al Festival di Sanremo (inaugurato in Italia nel 1951).

Il 19 ottobre 1955 l’assemblea dell’EBU decide di dare avvio al «Gran Premio Eurovisione della Canzone». La prima edizione si tiene a Lugano nel 1956. In onore del suo inventore, dal 2002 durante l’Eurovision Song Contest viene conferito il Marcel Bezençon Award per la migliore canzone, la migliore esecuzione e la migliore composizione. I vincitori nelle tre categorie sono votati da giornaliste e giornalisti accreditati, commentatrici e commentatori e da compositrici e compositori partecipanti.

La modalità di svolgimento

Dal 1957 ogni emittente partecipante presenta una canzone per l’ESC. Dal 1958 il festival si tiene di norma presso il Paese che ha vinto l’edizione precedente. Le eccezioni a questa regola sono state pochissime, l’ultima nel 2023. Con l’aumento dei Paesi partecipanti in seguito all’adesione di numerosi Stati dell’Est Europa all’EBU, dal 2004 al 2007 è stata introdotta un’eliminatoria. Dal 2008 si tengono al suo posto due semifinali.

Le semifinali e la finale sono suddivise in due parti: nella prima parte che dura un paio d’ore le artiste e gli artisti presentano i brani, mentre nella seconda parte avviene l’assegnazione dei punti da parte dei Paesi partecipanti. Nelle semifinali, questa seconda parte dura una quindicina di minuti, in cui vengono proclamati in ordine casuale le finaliste e i finalisti senza dare lettura dei punteggi assegnati dai singoli Paesi. Nella finale, questa parte prende all’incirca un’ora. L’intervallo tra la prima e la seconda parte, in cui il pubblico può esprimere il proprio voto, dura circa 15 minuti e viene animato da uno spettacolo sul palco.

I Paesi partecipanti

Possono partecipare all’ESC tutti i Paesi che aderiscono all’EBU, ossia la gran parte dei Paesi europei e alcuni Paesi extraeuropei del Mediterraneo. Tra i membri extraeuropei dell’EBU, per molto tempo solo Israele ha partecipato assiduamente all’ESC, al quale si sono aggiunti dagli anni 2000 anche Georgia, Armenia e Azerbaigian. In seguito al grande successo riscosso dallo spettacolo in Australia, dal 2015 anche l’Australia è stata ammessa a partecipare in qualità di «membro associato all’EBU».

Tutti i membri dell’EBU hanno il diritto ma non l’obbligo di partecipare all’ESC. Di conseguenza, il numero delle e dei partecipanti può variare di anno in anno. Alla prima edizione del 1956 parteciparono sette Paesi con due canzoni ciascuno: la Svizzera come Paese ospitante insieme a Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Italia. Negli anni successivi sempre più Paesi hanno mostrato interesse per il concorso. Dal 1961 al 1991 la Jugoslavia, membro dell’EBU, è stato l’unico Paese socialista a partecipare regolarmente.

Dopo l’allargamento dell’EBU dal 1990 hanno potuto partecipare anche i Paesi dell’Europa centrale e orientale che prima aderivano a Intervision. Per non rendere la manifestazione troppo lunga si decise di limitare il numero di partecipanti; pertanto, non tutti i Paesi potevano partecipare ogni anno. Nel 1993 è stata organizzata un’eliminatoria separata per l’Europa dell’Est, in cui sette Paesi si sono contesi tre posti all’Eurovision. Dal 1994 il numero di partecipanti è stato limitato a 25 (a 23 nel 1995). I 19 migliori Paesi si qualificavano per l’anno successivo, mentre gli altri dovevano saltare un anno.

Una panoramica dei Paesi che prendono parte all'Eurovision Song Contest 2024 ©Eurofans Radio

In seguito a un ulteriore aumento delle candidature, nel 1996 è stata introdotta una nuova procedura. Ad eccezione del brano della Norvegia che era il Paese ospitante, tutti i candidati dovevano sottoporsi a una preselezione vocale interna di una giuria. Dopo la bocciatura del brano tedesco alla preselezione, la Germania minacciò di sospendere il proprio contributo finanziario per le successive edizioni. Si decise quindi che a partire dal 1999 i quattro Paesi (divenuti cinque nel 2011) che contribuiscono maggiormente al bilancio dell’EBU avrebbero avuto il diritto di partecipare ogni anno. La Germania, la Francia, il Regno Unito e la Spagna, così come l’Italia (dopo il suo ritorno all’ESC nel 2011) sono quindi ammessi in automatico, indipendentemente dalla loro posizione in classifica nell’anno precedente. Questi Paesi sono chiamati i grandi cinque (i «big five» che erano i «big four» fino al 2010). Dall’introduzione delle eliminatorie nel 2004, questa regola ha permesso a tali Paesi di entrare direttamente in finale senza alcuna preselezione. Alcuni Paesi partecipanti sono contrari a questo privilegio che viene visto come «comprarsi la partecipazione alla finale». Dal 2013 la Turchia ha deciso di non partecipare più proprio a causa di questo meccanismo.

Ad oggi hanno partecipato all’ESC tutti gli Stati europei, ad eccezione del Liechtenstein e del Vaticano. All’EBU aderiscono anche Paesi dell’area araba come Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania e Libano; tuttavia il Marocco è l’unico ad aver partecipato finora (edizione del 1980). Stando all’EBU, l’Australia ha partecipato all’edizione celebrativa del 2015 in qualità di ospite e si è qualificata subito per la finale. Dal 2016, l’Australia continua a partecipare al concorso in qualità di membro associato dell’EBU, sempre sottoponendosi alla selezione della semifinale.

Le fasi eliminatorie

Per consentire a tutti i Paesi di partecipare ogni anno, dal 2004 si tengono le eliminatorie a cui possono prendere parte tutti i membri attivi dell’EBU (con l’esclusione dei «big five»). Dal 2004 al 2007 si potevano esibire alla finale i primi dieci classificati nelle eliminatorie, i «big four», il Paese organizzatore e i classificati dalla seconda alla decima posizione dell’anno precedente. Dal 2008 si tengono due tornate a eliminazione (le «semifinali»), in cui si qualificano per la finale i primi dieci di ogni tornata insieme ai «big four» («big five» dal 2011) e al Paese organizzatore. Attraverso la ripartizione in semifinali diverse di Paesi simili tra loro dal punto di vista culturale, geografico e linguistico, si cerca di evitare che l’affinità culturale possa distorcere i risultati nell’assegnazione dei punteggi.

La Svizzera all’ESC

La Svizzera ha partecipato alla prima edizione dell’ESC a Lugano nel 1956, assicurandosi subito la vittoria con Lys Assia e la sua canzone «Refrain». Lys Assia ha rappresentato la Svizzera anche nel 1957, piazzandosi tuttavia solo all’8° posto su 10. Nonostante il risultato poco lusinghiero, fu mandata di nuovo all’Eurovision del 1958. In questa terza occasione ebbe di nuovo più successo, conquistando il secondo posto con 24 punti, a soli tre punti di distacco dal vincitore. Nel 1959 è stata scelta un’altra interprete per la gara canora, questa volta Christa Williams (4° posto).

Nel 1964 la Svizzera ha dovuto incassare la prima grossa delusione: la sua artista Anita Traversi si classificò all’ultimo posto con la canzone «I miei pensieri» con zero punti alla pari con Germania, Jugoslavia e Portogallo. La seconda delusione è arrivata nel 1967: la cantante Géraldine finì in ultima posizione con zero punti, questa volta però da sola. Sono seguiti diversi anni aridi di soddisfazioni. Nel 1969 la cantante Paola del Medico, da coniugata Paola Felix, ha conquistato il 5° posto su 16 con «Bonjour, bonjour». Nel 1970 il vodese Henri Dès ha fatto ancora meglio, arrivando quarto su 12.

Lys Assia all'ESC 1956 ©Keystone

L’ondata di successi si è però conclusa nel 1971, quando il trio Peter, Sue & Marc si è piazzato nella parte medio-bassa della classifica, al 12° posto su 18. Le sorti furono sollevate nel 1972 da Véronique Müller che riuscì a rientrare nella top 10, per l’esattezza all’8° posto su 18. Dal 1975 è cominciato il periodo di maggiore successo all’ESC per la Svizzera, che ha saputo mantenersi sempre nei primi dieci posti in classifica: nel 1975 al 6° posto con «Mikado» di Simone Drexel, nel 1976 la rivalsa del trio Peter, Sue & Marc con «Djambo, Djambo» al 4° posto, nel 1977 al 6° posto con «Swiss Lady» della Pepe Lienhard Band e nel 1978 con «Vivre» di Carole Vinci al 9° posto.

La Pepe Lienhard Band prima di imbarcarsi sul volo alla volta dell'ESC 1977 ©Keystone

Peter, Sue & Marc prima di imbarcarsi sul volo alla volta dell'ESC 1971 ©Keystone

Nel 1979 il trio Peter, Sue & Marc ha calcato la scena per la terza volta per la Svizzera, questa volta portandosi dietro il trio Pfuri, Gorps & Kniri e conquistando il 10° posto con la canzone «Trödler & Co». Nel 1980 Paola si è guadagnata il 4° posto con «Cinéma» e nel 1981 la Svizzera ha presentato sul palco di nuovo, per la quarta volta nell’arco di dieci anni, il trio Peter, Sue & Marc. Questa volta il trio si aggiudicò il 4° posto con «Io senza te», ottenendo così il suo migliore risultato al contest.

Nel 1982 c’è stato il migliore piazzamento in 19 anni, con il 3° posto ottenuto da Arlette Zola con «Amour on t’aime». E con quel risultato si chiuse temporaneamente la serie di successi svizzeri all’ESC.

Céline Dion all’ordine del giorno in Consiglio federale

Nel 1986 la cantante Daniela Simons con la canzone «Pas pour moi» ha regalato una grande emozione: il 2° posto e quindi il migliore risultato dal 1963. Il grande botto è arrivato però nel 1988, quando la cantante Céline Dion, all’epoca ancora sconosciuta in Europa, si è aggiudicata la seconda e ad oggi ultima vittoria della Svizzera con «Ne partez pas sans moi», con un solo punto di vantaggio sull’Inghilterra. Il verdetto a suo favore è arrivato con l’ultimissima votazione: gli inglesi pensavano di avere ormai la vittoria in tasca, quando la Jugoslavia assegnò sei punti alla Svizzera e zero punti all’Inghilterra.

La canzone vincente per la Svizzera era stata composta da Atilla Şereftuğ, le parole erano di Nella Martinetti. Şereftuğ ha raccontato di avere composto la canzone in soli 12 minuti. Céline Dion aveva potuto esibirsi per la Svizzera perché allora il regolamento dell’ESC stabiliva che due elementi su tre della canzone dovevano essere di provenienza nazionale: il compositore, il paroliere o l’interprete. Il consigliere nazionale Markus Ruf dei Democratici Svizzeri aveva addirittura presentato un’interrogazione ufficiale in merito al Consiglio federale il 20 giugno 1988. Voleva sapere come si potesse giustificare il fatto che fosse una canadese a rappresentare la Svizzera all’ESC. Il consigliere federale Adolf Ogi ha risposto alla domanda di Ruf con la consueta ironia, dichiarando che grazie al cielo il Consiglio federale non aveva bisogno di emanare un regolamento o un’ordinanza in merito. Fortunatamente, la questione poteva essere demandata ad altri. Dopotutto, il regolamento dell’ESC lo permetteva. Riportiamo le parole di Ogi: «Il brano di quest’anno è stato scritto dalla ticinese Nella Martinetti. Quindi la canzone della Svizzera non può essere definita poco elvetica, consigliere nazionale Ruf. Certo, la canzone è stata interpretata da una canadese. Un fatto in effetti sorprendente. Però Céline Dion l’ha cantata molto bene (risate nel Consiglio nazionale), altrimenti il brano svizzero non avrebbe vinto. Il pezzo proposto peraltro è quello arrivato primo alle eliminatorie nazionali. Come ho detto, il Consiglio federale non fa parte della giuria. Consigliere Ruf, lei dovrà quindi fare valere le sue ragioni dinanzi alla giuria oppure, meglio ancora, dovrà diventare lei stesso membro della giuria! Per inciso, siamo davvero un Paese fortunato, se il nostro Parlamento può mettersi a discutere di una questione di rilevanza mondiale come la provenienza di una cantante di musica leggera! (applausi e ilarità dal Consiglio)».

Un poco scornato, Markus Ruf non si è dato per vinto e ha chiesto ostinato se non credevano che anche in Svizzera ci fossero cantanti d’eccellenza; inoltre si poteva a buona ragione pensare che non tutta la popolazione svizzera fosse contenta di essere rappresentata da questa cantante. Chiese inoltre a «Dölf» Ogi come avrebbe reagito se un austriaco avesse indossato la pettorina della Svizzera ai prossimi Campionati mondiali di sci. Ogi rispose secco: «Consigliere Ruf, in merito alla sua ultima domanda: un austriaco no e poi no! Alle altre due domande rispondo con due sì».

Per Céline Dion, la vittoria all’ESC di Dublino fu una tappa importante nella sua ascesa verso la fama mondiale.

Céline Dion (a destra), Nella Martinetti (in mezzo) e Atilla Şereftuğ (a sinistra) in occasione dell'ESC 1988 ©Keystone

L’ESC torna in Svizzera

Grazie alla vittoria di Céline Dion, la Svizzera ha potuto ospitare l’Eurovision il 6 maggio 1989 al Palais de Beaulieu (padiglioni sei e sette) di Losanna. A presentare la manifestazione in inglese, francese, italiano e tedesco c’erano Lolita Morena e Jacques Deschenaux. Con «Viver senza tei», ad oggi l’unica canzone in romancio mai presentata all’ESC, il gruppo vocale grigionese Furbaz ha conquistato il 13° posto su 22. Il concorso fu vinto dal gruppo jugoslavo Riva con il brano «Rock me».

In quell’occasione aveva fatto molto discutere il cortometraggio di apertura di sette minuti, il più lungo nella storia dell’ESC, in cui la bambina protagonista dei libri d’infanzia Heidi visitava le diverse bellezze della Svizzera. Tra una cosa e l’altra, passarono 20 minuti prima che fosse presentata la prima canzone. Un intoppo si era verificato anche durante il programma dell’intervallo, quando la freccia di Guglielmo Tell aveva mancato di poco la mela e si era dovuto quindi mandare in onda il tentativo riuscito della prova generale.

A Losanna, la Francia aveva messo in lizza una ragazza di 11 anni e Israele un ragazzo di 12. Le critiche che seguirono pubblicamente indussero l’EBU a stabilire un’età minima di 16 anni per le e gli interpreti dei brani.

Anni di magra

Nel 1991 la ventiduenne Sandra Simó (oggi Studer) è riuscita a conquistare il 5° posto a Roma con «Canzone per te». Grazie a questo successo è decollata anche la sua carriera come presentatrice della SRF. Nel 1993 la cantante Annie Cotton ha conquistato in Irlanda il 3° posto, il miglior piazzamento dalla vittoria nel 1988 e l’ultimo successo della Svizzera per un pezzo. Negli anni successivi c’è stato il tracollo.

Il brano del 1994 si è collocato nella parte medio-bassa della classifica, al 19° posto su 25. Questo risultato ha avuto ulteriori implicazioni, poiché a causa del gran numero di nuovi Paesi partecipanti veniva ammesso all’edizione successiva solo chi si era classificato nelle prime 18 posizioni. Quindi la Svizzera è rimasta esclusa nel 1995, saltando per la prima volta un’edizione dalla creazione del concorso nel 1956. Fino al 1994, la Svizzera e la Germania erano stati gli unici Paesi ad avere partecipato con assiduità a tutte le edizioni.

Il fondo è stato toccato nel 1998, quando la cantante Gunvor Guggisberg è arrivata ultima a zero punti con il brano «Lass ihn». Questo è stato il peggiore piazzamento della Svizzera dal 1974 e ha comportato per la seconda volta l’esclusione della Svizzera dall’edizione del 1999. Rientrata nel 2000 con Jane Bogaert, che ha conquistato però soltanto il 20° posto su 24, la Svizzera non ha potuto essere rappresentata neanche nel 2001. Lo stesso è accaduto nel 2002, con Francine Jordi che è arrivata 22° su 24, obbligando la Svizzera a non presentarsi nel 2003.

Nel 2004 la Svizzera è tornata con Piero Esteriore & The MusicStars e la canzone «Celebrate!», che fu però eliminata con zero punti nella semifinale appena introdotta. Era la quinta volta che la Svizzera finiva ultima. L’anno successivo si è puntato tutto sul gruppo estone Vanilla Ninja, che ha conquistato l’8° posto su 24 con «Cool Vibes».

Per molto tempo, questo è rimasto l’ultimo piazzamento svizzero nella top 10, poiché negli anni seguenti la Svizzera è stata uno dei Paesi che ha incassato meno successi nella competizione. 

Francine Jordi durante le prove dell'ESC 2002 ©Keystone / Alastair Grant

DJ Bobo e i Vampire

Nel 2007, DJ Bobo ha debuttato all’ESC di Helsinki. Il suo brano «Vampires are alive» è entrato subito nella rosa dei favoriti, sollevando però anche un gran polverone. L’Unione Democratica Federale UDF aveva addirittura presentato alla Cancelleria federale di Berna una petizione con 50’000 firme contro la canzone di Bobo. Secondo l’UDF, Bobo offendeva il sentimento religioso con la sua «canzone di ispirazione satanica» e il Governo sarebbe dovuto intervenire per «preservare la pace pubblica». Anche l’Alleanza Evangelica si era opposta al brano, affermando che avrebbe potuto arrecare danni alla salute di giovani con un equilibrio mentale precario e persone che vivono situazioni di vita difficili. DJ Bobo propose comunque la canzone, ma non riuscì a superare lo scoglio della semifinale, piazzandosi 20° su 28.

DJ Bobo e la moglie Nancy Baumann (a sinistra) in occasione dell'ESC 2007 ©Keystone

Un altro insuccesso è stato incassato nel 2010: Michael von der Heide ha esordito a Oslo con «Il pleut de l’or», ma di oro ne è caduto ben poco e il brano è stato eliminato dopo essere arrivato ultimo alla semifinale. Nel 2011 Anna Rossinelli si è esibita all’ESC a Düsseldorf con il brano «In Love for a While», riuscendo ad arrivare alla finale dove però ha terminato ultima con soli 19 punti. Nel 2012 e 2013 le proposte svizzere non sono riuscite a staccare il biglietto per la finale. Nel 2014 invece l’artista Sebalter è arrivato 5° alla semifinale, riportando la Svizzera in finale dopo tre anni di assenza. Alla finale ha però purtroppo ottenuto solo il 13° posto. Anche gli anni successivi sono stati contrassegnati da piazzamenti medi.

Luca Hänni e il nuovo processo di selezione

Dal 2019 la Svizzera ha introdotto un nuovo processo interno di selezione, in cui il brano svizzero viene scelto da giurie formate dal pubblico e da esperti nel corso di una selezione in più fasi. Alle diverse tornate di selezione per scegliere la canzone che rappresenterà la Svizzera all’ESC partecipa dal 2023 sia una giuria composta da spettatrici e spettatori svizzeri che una giuria formata dal pubblico internazionale. A quanto pare la nuova procedura pare funzionare: il primo artista selezionato in questo modo è stato Luca Hänni. Nel 2019 si esibisce a Tel Aviv con il brano «She Got Me». «Facci sognare, Luca!» era scritto sulla rivista Blick. E Luca Hänni non ha deluso le aspettative: dopo avere ottenuto il 4° posto nella semifinale, è riuscito a mantenerlo anche nella finale. Con questa canzone la Svizzera ha messo a segno il punteggio più alto che sia mai riuscita a ottenere nelle varie edizioni in cui è stata presente all’Eurovision.

Luca Hänni in occasione dell'ESC 2019 ©Keystone

La Svizzera alla riscossa

Nel 2020 l’ESC è stato annullato a causa del Covid-19. L’artista friburghese Gjon’s Tears che era stato già selezionato non ha potuto quindi presentare il brano «Répondez-moi», ma si è comunque esibito nel 2021 con «Tout l’univers» a Rotterdam. Con un risultato sensazionale: il 1° posto nella votazione della giuria e il 3° posto in assoluto. Anche nel 2022 la Svizzera è riuscita ad arrivare alla finale con «Boys do cry» interpretata da Marius Bear, rimanendo tuttavia nella parte bassa della classifica con un 17° posto. È stato frustrante in particolare che i 78 punti assegnati provenissero solo dalle giurie, mentre il pubblico non aveva dato alcun punto.

Gjons Tears in occasione dell'ESC 2021 ©Keystone

Il nuovo processo di selezione sembra però portare i suoi frutti: anche nel 2023 la Svizzera è arrivata alla finale con Remo Forrer e la canzone «Watergun», conquistando però solo il 20° posto e quindi il risultato peggiore degli ultimi anni.

ESC: le esibizioni migliori, più leggendarie e divertenti della Svizzera all’ESC

Ricapitolando

Sul totale di 60 brani presentati dalla Svizzera, 25 si sono piazzati nella metà superiore della classifica. Con nove ultimi posti, di cui quattro a zero punti, la Svizzera fa parte dei Paesi che sono arrivati ultimi più spesso. Con soltanto cinque presenze alla finale dall’introduzione delle semifinali nel 2004, la Svizzera e la Lettonia sono i due Paesi eliminati più spesso (undici volte) durante le semifinali. Ciononostante, la Svizzera è riuscita a incassare due vittorie, classificandosi anche tre volte al 2° posto (1958, 1963, 1986) e quattro volte al 3° posto (1961, 1982, 1993, 2021). Con le sue 60 presenze, la Svizzera è uno dei Paesi che ha partecipato più assiduamente al contest. Inoltre la Svizzera non ha mai rinunciato a partecipare e ha saltato le edizioni del 1995, 1999, 2001 e 2003 solo a causa dei piazzamenti bassi nell’anno precedente. In ogni caso, sulla base di un calcolo medio, la Svizzera è uno dei Paesi che ha ottenuto i risultati migliori all’Eurovision.

Brani dell’ESC nelle classifiche svizzere

Molti brani svizzeri non sono diventati grandi successi commerciali: il titolo vincente «Ne partez pas sans moi» di Céline Dion si è classificato appena undicesimo nella hit parade dei singoli in Svizzera. Nel 1956, all’epoca del brano vincente «Refrain» di Lys Assia, non esisteva ancora una hit parade dei singoli nazionale. Nel complesso soltanto 26 dei 60 brani hanno raggiunto le classifiche e di questi solo dieci sono arrivati nella top 10. Il maggiore successo commerciale lo ha ottenuto nel 1977 il brano «Swiss Lady» della Pepe Lienhard Band, che fino al 2019 è stato anche l’unico a raggiungere il primo posto nella classifica svizzera dei singoli.

Un ottimo riscontro è stato ottenuto anche da Simone Drexel nel 1975 con «Mikado» al secondo posto, seguito da DJ BoBo nel 2007 con «Vampires Are Alive» e Anna Rossinelli nel 2011 con «In Love for a While», entrambi top 3. Nel 2014 Sebalter con «Hunter of Stars» è arrivato sesto nella classifica dei singoli. A scalare di nuovo la cima della classifica ha provveduto Luca Hänni nel 2019, l’unico a raggiungere la prima posizione dal 1977. Mentre il brano del 2020 di Gjon’s Tears è entrato per poco nella classifica al numero 100 nonostante l’annullamento del concorso, la sua canzone del 2021 è balzata direttamente al primo posto, ma solo nella settimana successiva all’Eurovision. Inoltre,  la sua hit dell’anno precedente «Répondez moi» ha fatto nuovamente capolino nelle classifiche, raggiungendo questa volta il 42° posto.

Adesso è la volta di Nemo

Lo scorso 11 maggio grazie alla sua grande performance, Nemo, il venticinquenne di Bienne che rappresentava la Svizzera all'ESC, è riuscito a imporsi nella grande finale di Malmo, in Svezia. Nemo ha sbaragliato la concorrenza davanti alle 9000 persone presenti nell'arena e a circa 150 milioni di telespettatrici e telespettatori in tutto il mondo di fronte ai loro schermi, aggiudicandosi il primo posto con la canzone «The Code». Nemo dopo la vittoria: «Questa vittoria non appartiene solo alla Svizzera e alla scena musicale svizzera, ma è soprattutto una vittoria per l'intera comunità LGBTQIA+. È un onore essere la prima persona non binaria ad aver vinto l’ESC!»

Nel 2023 Nemo si è dichiarato non-binario e non utilizza quindi alcun pronome in italiano, francese e tedesco. Nemo ha ottenuto una notorietà fulminea come rapper nel 2016, quando la apparizione in SRF Virus (#Cypher) è diventata virale sui social media.

Ad appena 18 anni Nemo ha fatto in una serata incetta di quattro Swiss Music Awards (SMA), dopo avere portato a casa un anno prima il premio SMA come «SRF 3 Best Talent».

Nemo con il trofeo dell'ESC 2024 ©Corinne Cumming / EBU

La canzone di Nemo «The Code» è stata scritta nel 2023 durante un songwriting camp per l’ESC, organizzato dalla società di gestione Suisa in collaborazione con Pele Loriano Productions. Il brano è stato composto da Nemo, Lasse Nyman, Linda Dale e Benjamin Alasu. La direzione creativa è stata affidata alla sorella di Nemo, la fotografa e direttrice creativa Ella Mettler (22 anni). Il brano «The Code» mescola i generi musicali del rap, drum ‘n’ bass e lirica. Nemo ha dichiarato a proposito del brano: «”The Code” parla di un viaggio che io ho intrapreso con la consapevolezza di non essere né uomo, né donna. La via per arrivare a me è stata un processo lungo e spesso difficile. È un onore incredibile poter rappresentare la Svizzera all’ESC. Il palcoscenico dell’Eurovision Song Contest offre una grandissima opportunità per creare ponti tra culture e generazioni diverse. Per questo ritengo molto importante, come persona genderqueer, difendere la causa di tutta la comunità LGBTQIA+».

La Svizzera sfida gli altri concorrenti nella seconda semifinale del 9 maggio 2024. Il direttore della messa in scena è il coreografo e regista teatrale svedese Benke Rydman, che ha già curato nel 2016 la messa in scena dell’esibizione di Mans Zelmerlöw con «Heroes», la canzone che ha vinto l’ESC 2016.

L'ESC 2025 in Svizzera

In seguito alla vittoria di Nemo, l'ESC 2025 si terrà in Svizzera. Per la SSR è un grande onore e una grande responsabilità poter organizzare il più grande evento musicale del mondo e contribuire direttamente alla sua realizzazione. I preparativi sono già iniziati domenica scorsa, il giorno dopo la vittoria di Nemo a Malmö. Una task force interna della SSR ha iniziato subito i lavori preliminari, concentrandosi innanzitutto sull'impegnativo processo di selezione della città ospitante.

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