Da quarant'anni nel segno della letteratura svizzera

Attualità 15.05.2018

Dall'11 al 13 maggio Soletta è diventata il centro della creazione letteraria elvetica. La cerimonia d'apertura del 10 maggio si è svolta all'insegna del quadrilinguismo, con letture di giovani autori provenienti da tutta la Svizzera. I tre giorni del festival hanno offerto sia al pubblico che agli scrittori innumerevoli opportunità di incontro, per scambiare idee, opinioni e ispirazioni.

Giovedì 10 maggio le Giornate letterarie di Soletta si sono aperte con una cerimonia quadrilingue. Per la quarantesima volta si è dato così inizio a un ricchissimo programma pieno di letture, discussioni, workshop di traduzione, performance ed esposizioni. Il tradizionale appuntamento ha introdotto elementi di innovazione per celebrare il traguardo della quarantesima edizione.

Reina Gehrig, direttrice del festival, è soddisfatta di tutto il programma delle Giornate letterarie, ma va particolarmente orgogliosa degli incontri d'anniversario: «Gli incontri d'anniversario sono una cornice che permette il confronto fra autori della vecchia scuola e nuove leve della scena letteraria svizzera per discutere insieme la forza delle parole». In occasione della ricorrenza di quest'anno i visitatori sono stati invitati a un vagabondare letterario, occasione per incontrare gli scrittori nell'atto di leggere, recitare, cantare e declamare le loro opere nei ristoranti, nei bar o in strada.

Da quarant'anni un forum privilegiato per l’attualità letteraria

L'Associazione Giornate letterarie di Soletta è stata fondata nell'agosto del 1978. Gli ideatori si proponevano di creare un incontro annuale per ravvivare la letteratura svizzera, darle visibilità e sottolinearne il valore sociale.

Franz Hohler, membro della prima Commissione di programmazione, ricorda: «È stato come entrare in scena con un colpo di gong: Gong! Eccoci qua! Personalmente sono molto felice di averne fatto parte». Il festival di oggi non è cambiato molto dalla prima edizione. «Le letture erano più brevi e c'erano atelier organizzati dagli schreibenden Arbeiter Zürich, dall'Arbeiterkultur Basel e dalle Schreibenden Frauen Bern. Io stesso ho dato vita a un racconto insieme al pubblico, seguito da un dibattito su cosa fosse reazionario e cosa progressista nella letteratura», racconta Hohler.

Forum per la scena letteraria contemporanea

Da allora, la letteratura si è continuamente evoluta: si sono aggiunti nuovi generi e nuove tematiche che hanno avuto una forte influenza sulla scrittura, come ad esempio il fenomeno della migrazione. Le nuove tecnologie modificano le abitudini di consumo dei lettori, per cui acquistare un libro è diventato un gesto per nostalgici. Franz Hohler sottolinea: «Chi vuole vivere di scrittura, deve uscire dagli schemi».

In tale contesto, gli eventi come le Giornate letterarie di Soletta acquistano un grande significato e per Judith Keller queste manifestazioni sono importanti per il confronto con i colleghi provenienti da altre regioni del Paese. «I piccoli e grandi festival di letteratura favoriscono il confronto con formati di lettura meno diffusi in altri Paesi».

All'insegna del quadrilinguismo

La giovane autrice Judith Keller è uno dei quattro talenti in erba provenienti dalle quattro regioni linguistiche della Svizzera che hanno recitato un testo nella propria lingua madre durante la cerimonia d'apertura del 10 maggio. Un mix di lingue che ha impressionato il pubblico dimostrando come, in Svizzera, la letteratura viva in quattro diversi idiomi.

Per Alexandre Hmine, scrittore e insegnante ticinese, la significatività delle Giornate letterarie di Soletta risiede proprio nel plurilinguismo: «Penso che l'aspetto più importante sia quello di potersi confrontare con tanti autori e tante autrici, tutti raccolti nello stesso luogo, tutti a parlare di letteratura, dei propri libri e di quelli degli altri, in italiano, in francese, in tedesco, in romancio e in altre lingue.».

Fecondità della scena letteraria svizzera

Jessica Zuan rappresenta la lingua romancia alla cerimonia d'apertura. La Commissione di programmazione ha voluto inviare un segnale chiaro con la selezione degli scrittori invitati, fra cui l'autrice dell'Alta Engadina. «Il fatto che anche gli autori giovani, che si presentano magari con opere prime, siano una parte importante del festival dice molto sulle Giornate letterarie di Soletta: la letteratura vive e viene promossa in tutte le lingue nazionali e le discipline», spiega Zuan. La scena letteraria è molto feconda in Svizzera, in tutte le quattro regioni linguistiche.

Lo conferma anche Thomas Flahaut. L'autore francese ventisettenne si esprime sulla produzione letteraria in Svizzera romanda: «Sono tanti gli scrittori emergenti e le loro opere sono permeate da una dinamica molto particolare».

La produzione letteraria svizzera è varia e sempre piena di sorprese, secondo Franz Hohler. Un aspetto che Flahaut apprezza particolarmente anche nelle Giornate letterarie di Soletta: «Qui non si mescolano soltanto le lingue, ma anche le generazioni e i generi letterari».

Sostegno alla letteratura svizzera

La SSR sponsorizza questa manifestazione da dieci anni. La SRF ha trasmesso anche quest'anno diversi dibattiti e colloqui in diretta. Secondo Reina Gehrig le trasmissioni in diretta sono uno dei momenti salienti del festival. Inoltre, la SRF ha effettuato la registrazione delle letture che si sono tenute al Landhaus e ha messo i relativi podcast a disposizione del festival. La direttrice in merito al partenariato mediatico con la SSR ha dichiarato che: «Grazie a questo partenariato, le Giornate letterarie di Soletta riescono ad avere una grande visibilità presso un'ampia fetta di pubblico. È davvero meraviglioso».

 

Judith Keller, nata nel 1985 a Lachen, Svitto, vive a Zurigo. È a Soletta per presentare la sua opera d'esordio «Die Fragwürdigen». Il libro raccoglie più di 80 testi brevi, lunghi a volte soltanto poche frasi a volte qualche pagina. Sulla copertina del libro è riportato: «Mit den Leuten in diesem Buch stimmt etwas nicht. Lernen Sie sie kennen.» (C'è qualcosa che non va nelle persone di questo libro. Venite a conoscerle.)

Jessica Zuan è nata nel 1984 a Samedan in Alta Engadina e attualmente vive a Barcellona. La sua opera prima si intitola «L’orizi / La tempête». L’orizi è un volume di poesie con rime in romancio e relativa traduzione francese. I versi parlano dell'attesa, della speranza e dell'alterità. Le immagini dell'Engadina si mescolano con nuovi paesaggi, esperienze e impressioni.

Alexandre Hmine, nato nel 1976 a Lugano insegna presso il liceo di Lugano 1. A Soletta presenta il suo debutto «La chiave nel latte», un libro autobiografico composto da frammenti, che inanellati l'uno dopo l'altro ricostruiscono i primi trent'anni di vita del protagonista. La storia si sviluppa tramite un’esposizione di ricordi che rimbalzano il protagonista dalla cultura della Svizzera italiana a quella nord africana, con un punto d’incontro negli affetti.

Thomas Flahaut, nato nel 1991 a Montbéliard, vive e studia a Losanna. La sua prima opera, «Ostwald», è un romanzo su una generazione senza futuro. Racconta il vagabondare di due fratelli attraverso l'Alsazia, sconvolta da un incidente nucleare alla centrale di Fessenheim.

Franz Hohler, nato nel 1943 a Bienne e oggi risiede a Zurigo, è scrittore e cabarettista. A Soletta legge un estratto da «Das Päckchen», che racconta di un bibliotecario zurighese coinvolto suo malgrado nella misteriosa storia del «Codex Abrogans», il più antico libro in lingua tedesca.